Copertina del volume n. 30, con gli atti dell'VIII Congresso Internazionale di Psicoterapia (Milano, 25-29 agosto 1970), a cura di Pier Francesco Galli (fondatore della rivista Psicoterapia e Scienze Umane), pubblicato nel 1973 dall'editore Feltrinelli di Milano nella collana "Biblioteca di Psichiatria e di Psicologia Clinica" diretta da Gaetano Benedetti e Pier Francesco Galli (in questa collana sono stati pubblicati 87 volumi)
Questa collana scientifica presenta al pubblico italiano alcune fra le opere più significative della letteratura psicologico-psichiatrica apparse nel corso degli ultimi due decenni all'estero. Talune di esse valgono già come classici per l'importanza dei problemi che si pongono, per il modo di risolverli e per la chiarezza dello stile. La loro pubblicazione vuole quindi contribuire ad una più ampia conoscenza in Italia dei progressi compiuti in questo campo all'estero. Accanto ad esse verranno pubblicate quelle opere di autori italiani che possono contribuire alla conoscenza delle moderne correnti di pensiero e delle tecniche di ricerca e di trattamento più aggiornate, sì da poter avere nel giro di qualche anno un panorama il più completo possibile dell'attuale sviluppo della psichiatria e della psicologia clinica. Non è qui possibile presentare gli autori singolarmente. Vogliamo soffermarci piuttosto sulle linee generali del loro pensiero. In linea di massima, esse si lasciano così riassumere:
l. La psicologia medica, nata nel secolo scorso dagli studi di Charcot sull'isterismo e da quelli di Bernheim e Liébault sull'ipnotismo, rivoluzionata quindi dalla psicoanalisi di Freud e dei suoi allievi, si è andata ulteriormente evolvendo, soprattutto attraverso i suoi contatti con la clinica psichiatrica, da un canto, e con la filosofia dall'altro. Assistiamo così alla nascita, particolarmente negli Stati Uniti, delle concezioni "psicodinamiche" della psichiatria, che studiano il disturbo mentale, sia esso di lieve o di grave entità, di natura neurotica o psicotica, dal punto di vista dei rapporti di lunga data fra l'ammalato e le persone più significative del suo mondo familiare e sociale. Ciò che caratterizza tale psichiatria psicodinamica in confronto ai primi studi clinici della psicoanalisi è il predominio dell'atteggiamento sociologico su quello biologico-costituzionalistico. Mentre la psicoanalisi dei primi decenni di questo secolo si sforzava di ridurre geneticamente la psicopatologia ad alcune situazioni tipiche e costanti del dinamismo istintivo, soprattutto sessuale, alle determinanti anatomiche e biologiche di tali situazioni-chiave (quali il complesso edipico, il complesso di castrazione, ecc.), la moderna psichiatria, pur elaborando in sé tali fondamenti psicoanalitici e traendo da essi il suo primo spunto dinamico, ci ha rivelato, poco per volta, la grande complessità dei fenomeni sociali che stanno alla base del disturbo mentale, e che non si lasciano comprendere che attraverso lo studio delle strutture culturali, da cui essi muovono.
D'altro canto, la riflessione filosofica ha permeato di sé gli antichi schemi che l'ortodossia psicoanalitica si faceva della natura dell'uomo. Nei paesi di lingua inglese ciò è visibile nella valutazione sempre maggiore delle situazioni dialogiche, interpersonali, come l'esperienza dell'intimità, della sicurezza sociale, dell'incontro umano, della stima di sé, degli affetti più specificamente umani nei confronti dei processi elementari. Non si vuol più comprendere quelli come deduzioni ed elaborazioni di questi ultimi, ma piuttosto come gli ordini originali dell'esistenza nostra.
Nei paesi di lingua tedesca, la filosofia esistenziale di Heidegger, volta allo studio della condizione umana nelle sue posizioni psicologiche fondamentali (ansia, colpa, coscienza morale, coscienza di sé, temporalità, ecc.), ha esplicato grande influenza educativa sulla psichiatria e la psicoanalisi, che oggi muovono non più, come qualche decennio orsono, dalla visualizzazione di alcuni meccanismi psicofisici, quasi fossero la base ultima della vita psichica, ma da un concetto dell'essere umano che, pur rimanendo aderente ai fatti clinico-sperimentali, trae il suo respiro dalla coscienza filosofica.
2. In questo ambito di ricerche sociologiche e di pensiero filosofico, che integrano lo studio fisiologico dell'organismo e che ad esso appaiono complementari, la psicologia medica ha trovato un linguaggio più adeguato nel suo colloquio col mondo medico tradizionale. O, per lo meno, il dialogo si avvia. Da qui l'influenza sulle scuole mediche e psichiatriche, i cui frutti più tangibili sono la medicina psicosomatica, che viene oggi coltivata nell'ambito di scuole neurologiche e di medicina interna, e lo studio psicologico delle psicosi endogene, in particolare delle schizofrenie, che si rifà ai lavori precursori di Jung. Anche qui non è più al centro dell'interesse la ricerca di cause specifiche e semplici, che starebbero alla base della malattia, come negli antichi studi psicogenetici; ma piuttosto la coscienza che la biografia del malato ed il suo rapporto umano acquistano nell'ambito di fenomeni geneticamente complessi. Questa coscienza medica non si pone quale meta la guarigione per via psicogenetica, quanto piuttosto l'offrire all'ammalato un rapporto terapeutico sensibile a tutto ciò che nel paziente, in frammenti umani, in simboli, in sintomi oscuramente comunicativi, si muove nel senso di una maggiore espressione ed integrazione psichica. La guarigione psicoterapica è un'esperienza dialogica, non prevedibile, non disponibile, non perseguibile come un fatto determinato nelle scienze naturali.
3. Nel campo più propriamente pratico, assistiamo allo sviluppo sempre maggiore di una psichiatria sociale, che, assai più prudente dell'ortodossia psicoanalitica nell'interpretare i fenomeni culturali secondo schemi suoi propri, si pone invece, da un punto di vista organizzativo, sempre meglio a disposizione delle esigenze effettive dell'ambiente sociale: attraverso la educazione psicoterapeutica di medici generici e psichiatri nell'ambito degli istituti universitari, la creazione di centri di igiene mentale, lo sviluppo dell'ospedale psichiatrico moderno quale modello sociologico, ecc.
Questi brevi cenni valgono a tracciare l'orizzonte di pensiero in cui si muove la presente collana di studi. Alcune delle pubblicazioni in essa racchiuse escono da tale orientamento generale, quali opere ad intenzione diversa, ma pur sempre rappresentative del nostro tempo. E' una psichiatria, la nostra, travagliata forse più che in altra epoca dalla molteplicità dei problemi non risolti e dei diversi piani di pensiero in cui essi vengono affrontati; ma volta tuttavia, in misura maggiore di ieri, ad una coscienza integrale dei propri compiti.
Gaetano Benedetti e Pier Francesco Galli (ottobre 1959)
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Web Editor: Paolo Migone